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Peintre
Dante Comelli
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Dante Comelli
Dante Comelli nasce a Bologna nel 1888 e studia all’Accademia di Belle Arti della sua città. Si trasferisce poi a Santa Maria Maggiore in Valle Vigezzo in seguito alla vincita di un concorso da insegnante. Tra le montagne piemontesi stringe rapporti con i pittori divisionisti Cesare Maggi e Carlo Fontana che gli mostrano l’eredità di Giovanni Segantini, introducendolo alla resa di un paesaggio lirico ed emotivo.
Durante i primi anni l’artista diviene quindi uno dei maggiori rappresentanti bolognesi del Divisionismo, immortalando in diverse tele gli scorci montuosi della Valle Vigezzo e del territorio circostante, attraverso una pennellata rapida e frammentata. Un fine simbolismo anima i paesaggi del pittore che sono però sempre regolati dalla visione dal vero.
La prima apparizione ad un’esposizione ufficiale avviene a Rimini nel 1909 con tre dipinti dal titolo Paesaggio e Canale di Venezia, quattro lavori di stampo divisionista. La Prima guerra mondiale porta con sé diversi cambiamenti, tra cui un rinnovato linguaggio che investe la ricerca artistica del pittore. La pennellata divisionista viene sostituita da una stesura più larga e corposa, quasi materica. La pittura, infatti, diviene più istintiva e gestuale. Continua a realizzare idilliaci paesaggi, ma sperimenta nuovi soggetti di natura privata e domestica, affiancati a toccanti nudi femminili.
Nel 1926 partecipa alla Mostra della Società di Belle Arti di Genova con Mattino e Mattino in Valle Gardena; l’anno seguente è all’Esposizione di Milano con Armonie di un tramonto; e nel 1928 espone alla Promotrice di Genova Nevai, Sferzata di sole, Primo saluto e Fine di un giorno.
La luce che investe i soggetti e i paesaggi dell’artista è misurata e dilatata, realizzata grazie ad un sapiente uso del colore.
Nel 1930 è invitato alla Mostra del Centenario della Società amatori e cultori di Roma e presenta Mattino, L’ombra si estende e Notturno. Due anni dopo partecipa alla Promotrice Torino Lago Maggiore, località vicina alle montagne della Valle Vigezzo; e nel 1941 prende parte alla Sindacale Fascista di Milano con un’altra versione di Mattino. Muore a Bologna nel 1958, a settant’anni.
Emanuela Di Vivona
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